La Sala dei manoscritti un tempo era una stanza di passaggio. Fu arredata dal nipote del poeta (anch’egli di nome Giacomo, figlio di Pierfrancesco, il più giovane dei fratelli Leopardi) in occasione delle celebrazioni per il primo centenario della nascita nel 1898.
Abitualmente è chiamata sala dei manoscritti perché in una teca centrale sono esposti numerosi autografi del poeta, dalle prime composizioni puerili ad opere di età più adulta. Fra essi anche il passaporto per Milano e l’unica sua vera immagine esistente, eseguita dal ritrattista Lolli per una edizione bolognese dei Canti.
Alle pareti ritratti ottocenteschi della famiglia e l’albero genealogico compilato da Monaldo sulla base degli antichi documenti presenti in archivio. Su quattro consolle marmoree sono appoggiate altrettante scaffalature contenenti le prime edizioni delle opere del poeta e volumi di saggistica leopardiana.